Diocesi di Como

Isole di animatori e mini gruppi le idee degli oratori per i bambini.

Isole di animatori e mini gruppi le idee degli oratori per i bambini
C’è chi ha un piano sicurezza con le norme anticontagio, chi userà i braccialetti per far rispettare le distanze e chi ha tagliato le attività nelle chiese. Ma tutti aspettano di sapere cosa si potrà fare
 di Zita Dazzi Che estate sarà quella dei bambini, è ancora tutto da definire. La Regione sta studiando ( per ora senza venirne a capo) con la Fom, Federazione oratori della Diocesi ambrosiana, una declinazione lombarda del decreto ministeriale in materia. Anche il Comune aspetta le direttive sanitarie del Pirellone per dare informazioni ai privati che vorranno organizzare attività nei centri estivi. L’altra sera in Duomo, l’arcivescovo Mario Delpini ha promesso che anche se « quest’anno non possiamo organizzare l’oratorio estivo » comunque non si potrà « trascurare i ragazzi e gli adolescenti » . Durante il lockdown hanno lavorato molti dei preti delle 2.307 chiese della regione dove d’estate giocavano circa 400 mila iscritti. Ma ad oggi, sono ben pochi quelli che hanno le idee chiare.
«Faremo qualcosa — assicura monsignor Luca Bressan, vicario episcopale — Non l’oratorio tradizionale, con centinaia di bambini in promiscuità, ma daremo una risposta sia al bisogno di socialità di questi ragazzi che vengono da una quarantena che li ha provati, sia al bisogno delle famiglie che lavorano. Aspettiamo però notizie dalla Regione e speriamo di arrivare in tempo a proporre qualcosa » . In questo limbo, c’è già chi si è portato molto avanti, come don Mario Longo, della chiesa Santissima Trinità di via Giusti, in piena Chinatown: « Il programma è pronto da due mesi, abbiamo tenuto conto degli spazi aperti dove staranno più tempo e grandi aule in caso di pioggia o di troppo caldo. Potremo prendere circa 60 ragazzi, garantendo spazi di quattro metri l’uno. Li divideremo in gruppi che chiamiamo “famiglie allargate”, nel senso che li facciamo allargare dall’ambito domestico ristretto a un ambiente più vasto, con un educatore maggiorenne e qualificato con cinque bambini e un animatore » . Don Mario ha pensato a tutto: « Entrano da cinque ingressi diversi, ci sarà il triage con misurazione della temperatura e lavaggio mani e scarpe, orari scaglionati, pranzo al sacco da casa, oppure catering monodose compostabile. Ogni giorno sanificazione completa degli spazi». E soprattutto « ogni ragazzino avrà un braccialetto che vibra quando si avvicina a un metro e mezzo dall’altro braccialetto e segna per 21 giorni tutti gli avvicinamenti che ha fatto. Costano 30 euro uno, ne abbiamo presi 80».
Non sono certo tutti così organizzati. La maggior parte per quest’anno farà le cose in piccolo, troppi rischi, troppe responsabilità, nessuna assicurazione. Don Walter Cazzaniga, della chiesa di via Neera allo Stadera, frena: «Ci saremo come spazio per le famiglie, magari un’arena serale, ma numeri piccoli giusto per dire che noi ci siamo e che abbiamo nostra professionalità » . La chiesa di Ognissanti al Corvetto sta lavorando a un progetto per una cinquantina di bambini: « Finché la Regione non chiarisce, non ci sbilanciamo » , dice don Federico Cretti. Come lui, scettici di riuscire, sono don Martino Rebecchi della chiesa del Rosario in via Solari e don Mattia Bernasconi della chiesa di piazza San Luigi, dietro corso Lodi. Fiducioso invece don Giovanni Salatino, della chiesa di San Barnaba, vicino alle torri bianche del Gratosoglio, che sta pensando ad attività per un centinaio di ragazzini: « Ci siamo messi in tandem con diverse associazioni del quartiere pensando a un piano che prevede delle “tane” al coperto e delle isole di animazione sfruttando i parchi nel quartiere. Faremo gruppi piccoli da 7 a 10 bambini con educatori maggiorenni, triage all’accoglienza, controlli sanitari e orari scaglionati, mascherine, ambienti sanificati » . Scatenato a Baranzate, don Paolo Steffano di sant’Arialdo: « Abbiamo un progetto a scacchiera anche per agosto, con bambini che si alternano in orari e spazi diversi in due oratori e un doposcuola, educatori e volontari maggiorenni, nel rispetto delle norme di sicurezza».
Intanto ieri in Comune a Milano, l’assessore all’Educazione Laura Galimberti ha spiegato come saranno i centri estivi: « L’avviso ai privati per la summer school sarà pubblicato entro il 3 giugno e i progetti tra 15 giugno e fine luglio. Verrà costituita una task force per la valutazione anche sanitaria dei progetti. E spero che chi non riesce a entrare nei centri estivi comunali, possa avere aiuti per fare altre attività».
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Alcuni bambini giocano a calcio in un oratorio: quest’anno si farà meno sport e più laboratori per rispettare il distanziamento