Diocesi di Como

Venti righe… Il Dono

 

Esperienza sempre gratificante, fin da bambini. Ricevere un regalo – ma proprio gratis, non perché “te lo sei meritato” – riempie di sorpresa, allarga lo sguardo, rinvigorisce la stima di sé. Qualcuno si ricorda di me, che bello! Ed è così anche per i regali donati: mi ricordo di te, sei prezioso per la mia vita. Dietro quel segno, piccolo o grande, ci sono io, ci sei tu.

Ma, certo, c’è anche un’altra faccia della medaglia. Quando il regalo non nasce dal cuore, ma dalla necessità del momento, per “non fare figure” o “restituire” qualcosa avuto in precedenza. O quando è l’onnivoro mercato che impone certi beni di consumo, proprio di quella marca alla moda, proprio per quella festa comandata. E ci sono anche i regali non graditi. Ogni anno, passata la stagione delle feste natalizie, i siti internet specializzati si riempiono di offerte di oggetti in saldo, perché non so che farmene di quel maglione o di quel profumo. Meglio guadagnarci qualcosa…

Il dono può anche diventare un compito. Lo dice in maniera amabile il proverbio popolare: “Te vorù la bici, mò pedàla!” (hai voluto la bicicletta, adesso pedala). Insomma: non sprecare quello che hai ricevuto.  Anche se il compito vero, alla fine, dovrebbe essere quello di voler un po’ più di bene a chi si è ricordato di me.

Ecco: Natale è il dono di Dio: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito”. Lo ha detto Gesù stesso, parlando nella notte con Nicodemo (vangelo di Giovanni 3,16). Dono straordinario, immeritato, infinito, frutto di un amore che non ha confronti perché è “divino”. Dono che ogni anno contempliamo nel mistero del Natale. Anche in tempo di Covid. Anche se siamo limitati dalla “zona rossa” o dalla paura del contagio.

Sapremo accogliere il Dono? Sapremo riconoscerne l’origine e rispondere con l’amore – quello vero che sa “farsi carne” nel fratello? Almeno questo Dono non finisca in saldo…

Buon Natale a tutti!

Don Luigi