Diocesi di Como

Venti righe … don Roberto, sorriso e carezza del Signore

Ucciso di prima mattina, mentre preparavi i termos col the e la colazione da portare ai “senza fissa dimora” della città. Come facevi ormai da dodici anni. E quanti incontri con “gli ultimi”, quanti notti insonni per portare in ospedale chi stava male, per sedare una lite tra poveri, per consolare i carcerati, per … essere lì! Ucciso da un uomo che hai accudito e accolto come un fratello: è difficile capire! Ricordo che, quando stavi per scegliere di essere “prete di strada”, come si dice oggi, mi confidavi le difficoltà che ti venivano poste da chi ti stava intorno: è pericoloso, puoi ammalarti, non sai chi incontri, e poi… sei fuori dagli schemi. Ma tu hai sempre sorriso, non per ingenuità o superficiale ottimismo. Ogni uomo, specialmente chi soffre, è “carne viva di Cristo”. E tu sei diventato prete per mostrare il volto di Cristo: buon pastore che dona la vita per il suo gregge.

Da parte mia ti ho sempre incoraggiato e, ora lo posso dire, ammirato. Perché al sorriso hai saputo aggiungere “la carezza”, il tocco delicato di chi si tira su le maniche e non ha paura di chinarsi su chi soffre. Come faceva il Signore Gesù con i lebbrosi, gli infermi, i peccatori. Come fa ancora con tutti noi, senza distinzione. Il vescovo Oscar, che con paterna amicizia ti ha sempre sostenuto nel tuo difficile ministero, si è augurato che la nostra città, “che ha tanto bisogno di imparare la solidarietà, perché questo è il nuovo nome della pace”, non dimentichi la tua lezione di vita. Come quella di don Renzo Beretta 21 anni fa a Ponte Chiasso. Come quella di suor Maria Laura, uccisa da tre giovani a Chiavenna vent’anni fa. Come la vita di tanti che, senza suonare la tromba, costruiscono ponti, seminano speranza, impastano col loro sudore il pane della fraternità.

Grazie, don Roberto, sorriso e carezza di Dio, mite e puro di cuore, accompagna ancora il nostro cammino, facci sentire il profumo della misericordia, ne abbiamo tanto bisogno!