Diocesi di Como

Pasqua: vita nuova!

 

Dopo un anno così difficile, sospeso tra lockdown totale e zone rosse, poi gialle, o forse arancione rafforzato. Con la scuola a distanza per i nostri ragazzi (basta lezioni al computer, per favore, dal vivo è simpatica anche la prof. di matematica!). E che dire delle finanze dissestate, con aziende che chiudono e attività in profondo rosso? Anche sul versante religioso non è stato facile. Certo, le chiese sono sempre rimaste aperte. Ma desolatamente vuote, anche quando i protocolli di sicurezza permettevano almeno le celebrazioni sacramentali. Per non parlare del catechismo, ridotto a qualche raro intervento sui social e a sparuti tentativi di coinvolgimento interattivo. E senza dimenticare, soprattutto, chi non ce l’ha fatta, e il Covid l’ha sentito mangiarsi i polmoni e prendere la vita. Pasqua, vita nuova! Ma non come nel ritornello dei mesi passati: “Andrà tutto bene!”. Solo ad un bambino piccolo posso dire, per non spaventarlo di più, questa frase un po’ ingenua. Non si tratta di essere pessimisti, bisogna però guardare la vita in faccia. E tra le rughe della vita c’è la sofferenza, l’incomprensione, il dolore fisico e spirituale, il fallimento dei nostri progetti, perfino la morte. Ecco: proprio qui, dentro lo spessore dei nostri giorni, si incontra il mistero della Pasqua. Mistero di amore che si dona: questo è il mio Corpo per voi, dice Gesù, questo il Sangue che dona flebo di vita, alleanza nuova per tutti. Mistero di risurrezione: una tomba vuota nel giardino della passione, dove tutto sembrava finito per sempre. Solo Dio può vincere la morte. Se Gesù, nella sua umanità, non è rimasto prigioniero della padrona del nostro destino, è proprio perché Dio abita in lui. Meraviglia della Pasqua: la stessa linfa di vita circola anche nella nostra umanità redenta! Lo Spirito di Dio, che dalla Croce soffia irresistibile nel mondo, ci dice che anche le lacrime nascoste sono rugiada che feconda il terreno. L’umanità nuova, nata dal costato trafitto di Cristo, non ha davanti a sé un destino di distruzione: “fratelli tutti”, certo differenti e a volte un po’ in conflitto, ma chiamati a sedersi alla stessa tavola. Le fatiche spese per amore sono semi che germoglieranno giustizia, dignità, bellezza. E infine, non ultimo, il destino eterno: non una tomba dove tornare cenere, ma l’abbraccio del Padre si aprirà per ciascuno di noi. Come è stato per Gesù, il primogenito dei redenti.

Così Pasqua porta vita nuova, così si rafforza la speranza, così possiamo cantare: Cristo è risorto! Alleluia!

Don Luigi