Diocesi di Como

Le parrocchie e il Covid-19. II tempo della solidarietà

L’impegno quotidiano della comunità di Albate-Muggiò

Il gruppo S. Vincenzo e la parrocchia stanno garantendo un sostegno a 45 famiglie, per un totale di circa 120 persone.

di Michele Luppi – il Settimanale della diocesi di Como. 28 maggio 2020

 

Le parrocchie di Como alle prese con le conseguenze economiche dell’emergenza Coronavirus.

Non è la prima volta che vi raccontiamo il lavoro, davvero in prima linea, che da oltre un mese le parrocchie della citta stanno svolgendo grazie alla dedizione di decine di volontari e alla generosità di centinaia di famiglie. Un’opera silenziosa, invisibile ai iù, ma senza la quale molte situazioni rischierebbero di degenerare portando singoli e famiglie a sprofondare nel buco nero nella miseria. Questo nostro viaggio – dopo aver toccato la comunità pastorale di Rebbio­ Camerlata, la parrocchia di S. Giuseppe, di S. Antonio e la Comunità dei Santi della Carita (S. Agata e dintorni) – fa ora tappa ad Albate-Muggiò dove il gruppo S. Vincenzo e la parrocchia stanno garantendo un sostegno alimentare a 45 famiglie, per un totale di circa 120 persone un sostegno alimentare a 45 famiglie per un totale di circa 120 persone. “Stiamo parlando di un numero che è praticamente raddoppiato rispetto al periodo precedente l’inizio della pandemia’; racconta a Il Settimanale Marinella, storica volontaria del gruppo San Vincenzo di Albate, una realtà presente nel quartiere dagli anni ’30 del secolo scorso. Tra i nuovi “poveri’; anche se non amiamo molto questa espressione, ci sono tante persone che andavano avanti grazie a quelli che potremmo definire “lavoretti” ovvero colf, badanti, donne delle pulizie, spesso pagate in nero, che si sono trovate da un giorno all’altro senza più un’occupazione. “Si tratta di famiglie molto eterogenee per numero di componentize per origine, anche se la componente italiana e in crescita tanto che ora sono circa la metà delle famiglie aiutate’; continua la volontaria. Per poter far fronte all’aumento delle richieste oltre ai tradizionali canali, Banco Alimentare e prodotti che arrivano dal circuito delle eccedenze alimentari, e stata avviata una raccolta nei due quartieri. Particolare successo ha registrato l’iniziativa del “carrello sospeso” promossa ad Albate in collaborazione con alcuni commercianti locali. “Abbiamo posizionato alcuni carrelli al supermercato Coop lungo la Canturina e all’alimentari Cozza, un negozio di vicinato a pochi passi dalla chiesa’; racconta Cinzia, altra delle volontaria della S. Vincenzo. “In queste prime settimane – continua la partecipazione e stata davvero notevole, grazie anche al coinvolgimento delle famiglie della parrocchia e dello stesso don Luigi (Savoldelli ndr)”. Accanto alla raccolta di alimenti e stato aperto anche un fondo dedicato a cui e possibile donare. “Cerchiamo sempre – continua Marinella – di abbinare ai prodotti secchi o a lunga conservazione anche l’obiettivo di costituire un centro di ascolto parrocchiale che possa operare in sinergia con il Centro di Ascolto Caritas di Como ‘; confida Beppe Nessi, membro del Consiglio pastorale della Comunità. “Una decisione -continua Nessi – che era maturata dal percorso di discernimento comunitario a cui il Sinodo ci ha chiamato”. Poi e arrivato il coronavirus e il resto e storia di queste settimane. Ovviamente nessuno ha la bacchetta magica e non e facile capire cosa potrà accadere nei prossimi mesi, ma i volontari tengono la guardia alta. “Delle famiglie che aiutiamo – conclude Marinella – solo due ci hanno comunicato di non aver più bisogno del pacco alimentare perché  avevano ripreso il lavoro, ma la preoccupazione vera e per l’autunno quando finirà la sospensione delle bollette e tanti si troveranno in difficoltà per poterle pagare”.