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Il Papa: tre verbi per l’America Latina «Contribuire, condividere, distribuire»

Coronavirus: il mondo

Il Papa: tre verbi per l’America Latina «Contribuire, condividere, distribuire»

Contribuire, condividere, distribuire. Possedere, escludere, accumulare. Due terne di verbi, due cammini, paralleli e opposti. Al crocevia di fronte a cui l’ha catapultata il Covid, l’America Latina è chiamata a scegliere se proseguire sul percorso storico, che l’ha portata ad essere il territorio più diseguale del mondo, o imboccare una strada nuova. Diretta verso un’organizzazione sociale basata sul trinomio “impegno- condivisione distribuzione”, come richiede la logica del Regno «che inizia già in questo mondo». La scelta è netta e in essa si gioca il presente e il futuro dei popoli della regione. Sono parole accorate quelle rivolte da papa Francesco alla sua “Patria grande”, nel video-messaggio inviato all’incontro

America Latina: Chiesa, papa Francesco e scenari della pandemia, organizzato dalla Pontificia commissione per l’America Latina (Cal), la Pontificia accademia delle scienze sociali (Pass) e il Consiglio episcopale latinoamericano (Celam). L’evento, che si concluderà oggi sempre in forma virtuale a causa della situazione sanitaria, vuole essere un’occasione per riflettere, insieme a specialisti della politica, dell’economia, della scienza – dal Nobel Carlos Nobre all’esperto in sviluppo sostenibile Jeffrey Sachs –, sull’impatto della crisi, per esplorare alternative capaci di trasformarla in un’opportunità di rigenerazione.

O almeno vie meno tortuose per uscire dal labirinto di un’emergenza che si profila prolungata. Dramma in cui la Chiesa “in uscita” si pone come “ospedale da campo” per lenire le incalcolabili sofferenze sociali. Ma anche “pungolo” profetico verso un cambiamento strutturale, come sottolineato nei vari interventi del cardinale Marc Ouellet, presidente della Cal, Marcelo Sánchez Sorondo, cancelliere della Pass, Miguel Cabrejos Vidarte, presidente del Celam, Augusto Zampini, esponente del dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, Augustín Hernández Vidales, rettore dell’Antonianum. papa 2

La pandemia «ha reso ancora più visibili le nostre vulnerabilità preesistenti», ha detto il Pontefice. Non è un caso che la terra più diseguale del pianeta sia anche l’epicentro del Covid, come sottolineato più volte dall’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms). La disparità di accesso a prevenzione e cure è una delle molte facce dell’iniquità strutturale. Da qui il forte appello del Papa a «attenzioni e proposte e creative per alleviare il peso della crisi». Una chiamata rivolta a tutti. Ma in particolare a quanti hanno «responsabilità politica e mi permetto, ancora una volta, di chiamarli in causa per riabilitare la politica, che “è un’altissima vocazione” », una delle forme più alte di carità poiché cerca il bene comune. Ora più che mai, ai leader Francesco chiede di «imparare l’arte dell’incontro e non ad avvallare e utilizzare meccanismo che facciano della crisi uno strumento elettorale o sociale». La classe dirigente – ha sottolineato Bergoglio – deve essere all’altezza della profondità della crisi. Sono necessari politici capaci «di alzare lo sguardo e di dirigere e di orientare le legittime differenze nella ricerca di soluzioni concrete per i nostri popoli». La prassi di screditare il rivale, tanto diffusa nel Continente, produce l’unico effetto di minare gli accordi che potrebbero alleviare le sofferenze delle comunità. «Chi paga questo processo di discredito? Lo paga il popolo, ci ostiniamo nel discredito dell’altro a spese dei più poveri, a spese del popolo». «È tempo – ha aggiunto il Papa – che la nota distintiva di quanti sono stati designati dai rispettivi popoli a incarichi di governo sia il servizio al bene comune e non il fatto di mettere il bene comune al servizio dei propri interessi. Conosciamo tutti le dinamiche di corruzione che conducono a questo. E ciò vale anche per gli uomini e le donne di Chiesa; perché le correnti ecclesiastiche sono una vera lebbra che fa ammalare e uccide il Vangelo».

Francesco, da uomo dell’America Latina, ha concluso con l’invito a non perdere la memoria della Madre, quella Vergine di Guadalupe, patrona del sub-continente, sotto il cui manto i suoi popoli riscoprono la fratellanza del meticciato comune «che ci rende figli di uno stesso Padre».

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Un medico volontario tra i favelado di Vila Vintem a Rio de Janeiro, una delle città più colpite in Brasile / Lapresse