Diocesi di Como

«Così Yunus ha cambiato la mia vita. E la teoria»

DALL’INCONTRO È NATA UNA ASSOCIAZIONE

CHIARA PAZZAGLIA

Bologna

L’incontro col Premio Nobel Muhammad Yunus, uno dei relatori a Economy of Francesco avvenuto nel 2002, ha condotto la professoressa Luisa Brunori, docente di psicologia all’Università di Bologna, fino in Bangladesh, per conoscere da vicino la Grameen Bank. L’idea del microcredito l’ha persuasa al punto da contribuire a fondare, nel 2010, proprio a Bologna, la succursale italiana di Fondazione Grameen.

Questa esperienza l’ha portata a delineare una nuova teoria che, prima di essere economica, è psicologica ed antropologica e si basa sulla relazionalità e la reciprocità. Nel momento in cui imperversa la pandemia, che ci tiene tutti distanti, il suo ultimo libro ha qualcosa di rivoluzionario. «La città ideale. Tra psicologia, neuroscienze ed economia, alla ricerca di una formula win-win della convivenza», pubblicato da FrancoAngeli, racconta proprio le conseguenze che i diversi modelli economici hanno sul singolo e sulla società. Soprattutto, suggerisce la strada che conduce all’unica méta ambita da qualsiasi persona: la felicità.

«Del ‘modello Grameen’ mi ha convinta, soprattutto, l’idea del gruppo: il microcredito non viene concesso a singole persone, ma ad un insieme di 5-6 individui, soprattutto donne, che, settimanalmente, si ritrovano per discutere della loro impresa con i funzionari di Grameen. Ecco, questo è un modello economico win-win, come lo definirebbe Nash, basato sulla convinzione che tutti siano vincenti».

Non a caso, l’Associazione fondata dal- la professoressa Brunori si chiama proprio Win-Win: «Formiamo i giovani all’idea che possa esistere un modello diverso dal neoliberismo, che parta dall’assunto che ogni persona ha diritto ad esistere e ha il compito di occuparsi non solo di sé, ma anche degli altri». In questo modo, anche gli ‘ultimi’ diventano protagonisti della propria vita, non solo beneficiari di misure di welfare state: «Ai giovani cerco di trasmettere la consapevolezza delle conseguenze benefiche della propria capacità di cambiare le cose» spiega la docente, che è ora impegnata con un’attività di formazione rivolta agli studenti del Liceo Galvani di Bologna. «Ai giovani bisogna dire che non è vero che l’uomo è lupo per l’altro uomo: sono le circostanze a renderci tali. Ecco perché quello che avviene attorno a loro li riguarda: non a caso, l’introduzione

al mio libro è stata scritta da Vittorio Gallese, uno dei teorici dei ‘neuroni a specchio’. Lo scopo è dimostrare che ognuno di noi ha bisogno dell’altro per la crescita personale e il benessere psichico». E in questo periodo di limitazioni dei rapporti sociali, la professoressa insiste sul fatto che, proprio nella crisi, possiamo trovare l’opportunità di cambiare i nostri modelli culturali ed economici, «imparando a cogliere occasioni e capendo che si può essere anche creatori, non solo cercatori di lavoro».

Se il nostro sistema neuronale ha già, in sé, la necessità dello scambio, della relazione, diventa inevitabile pensare che lo sviluppo più naturale del nostro sistema economico sia il social business: «In questo modo non si risolvono solo i problemi economici del singolo, ma della società intera. Questo permette di non lasciare indietro nessuno e di restituire protagonismo ai poveri, ai malati, anche psichici (come sperimentato con successo a Carpi, in provincia di Modena): se concepiti come ‘risucchiatori di risorse’, nessuno vorrà mai investire su di loro. Invece, ogni forma di welfare dovrebbe partire dal presupposto che il benessere del singolo riguarda tutti». Come afferma un altro Premio Nobel, Amartya Sen, la povertà di un Paese è generata dal mancato

sviluppo delle risorse. Lo stesso si può dire delle risorse degli individui: aiutare il singolo ad uscire dalla povertà e dal sentimento di incapacità che la accompagna si ripercuote su tutto il sistema economico.

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L’incontro con il Premio Nobel, avvenuto nel 2002, ha condotto Luisa Brunori, docente di psicologia a Bologna, fino in Bangladesh, per conoscere da vicino la Grameen Bank. E a fondare Win-Win

Muhammad Yunus e Luisa Brunori