Per ricordarlo, più attenzione ai poveri

Pubblicato giorno 16 marzo 2021 - Per riflettere ...

 

Sono sei mesi che don Roberto Malgesini è stato ucciso. Nell’ora in cui scrivo, eravamo già in tanti nella piazzetta della sua casa, la Chiesa di San Rocco. C’era già il suo corpo coperto da quel telo di cellophane giallo luccicante, quasi un mantello che lo copriva completamente.

Pensando a lui, io, dopo 6 mesi, lo penso come un Gesù; pensate quante similitudini. Don Roberto ha sempre camminato, come Lui,  sostando in città a Sant’Orsola, alla ex stazione merci, in piazza Vittoria, a San Rocco prima, poi sulle scalinate che portano alla caserma; proseguendo poi nel Carcere, negli ospedali, sotto i portici della città. Sempre con il sorriso, con tenerezza e dolcezza…

Don Roberto ha sempre pregato, come Lui, al mattino presto, prima di distribuire le colazioni, e nella sua Chiesa, a sera tardi prima di andare a dormire per poche ore… La sua casa era sempre aperta.

Don Roberto, come Lui, ha sempre moltiplicato il pane, è sempre riuscito a dare a tutti, poche persone dapprima, poi sempre di più. Le colazioni: brioches, pizza, tè e caffè, ci sono state sempre per tutti in abbondanza

Don Roberto, come Lui, ha subìto le decisioni del potere. Quante volte, secondo me, con ubbidienza, dolcezza, tenerezza, ha subito oltraggi: “spostati di qua, lì dai fastidio, perché fai questo?;continui? allora ti taglio le panchine, ti do la multa”.

Don Roberto, come Lui, è stato tradito e assassinato da un Giuda. Una persona a cui ha sempre voluto bene l’ha sgozzato come un agnello, non sulla croce, ma nella sua piazzetta, davanti alla sua chiesa.

Don Roberto, come Lui, ha incontrato tante persone, ha seminato, ha vissuto e fatto conoscere a tutti il Vangelo, quello delle Beatitudini.  È stato seguito da tante persone… penso a  quelle donne che ha coinvolto nell’aiutarlo nel suo impegno mattutino; anche sotto la Croce non c’erano principalmente le donne?

Don Roberto, come Lui, ha seminato… Il suo sacrificio ha fatto riflettere, pensare, svegliare una  città, tanto generosa, ma da sempre impaurita dalle diverse paure che il potere ha sempre trasmesso, cancellando le molte speranze che nella città ci sono.

Ora ci sono tante idee per ricordarlo: una Croce a San Rocco, dedicargli una via, cancellando l’intestazione attuale, dedicata a un uomo che ha seminato tanta morte. Vanno comunque rispettate, ma io penso che don Roberto gradirebbe che, per ricordarlo, si  seguisse il suo insegnamento, che si realizzassero le sue idee e le sue proposte.   Vorrebbe, come si legge nel Vangelo, che ci fosse sempre più attenzione ai poveri, ai più deboli, ai più fragili. Ovvero che si realizzasse davvero che siamo Fratelli tutti.

[Luigi Nessi, ecoinformazioni]